logo e scritta

DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2022-2023

ZANETTI Gian Paolo

La danza nella Bibbia Ebraica in comparazione con la letteratura e l’iconografia del VOA

Mod.: Prof. R.P. Agustinus GIANTO, S.J.

     Perché la gente danza? L’interrogativo da cui scaturisce l’intera dissertazione si specifica durante il percorso di ricerca e si focalizza sul testo biblico. Quindi ci si chiede ulteriormente: perché la gente danza nella Bibbia Ebraica e perché proprio in quel modo? Per rispondere al quesito iniziale, dopo le dovute precisazioni introduttive e dopo aver definito oggetto, approccio e metodo, si propone una rassegna di passaggi biblici in cui compare la danza. Essendo, questa, un tema trasversale non ci si può concentrare solo su pochi testi ma è necessario analizzare l’intero corpus della Bibbia Ebraica proponendo un ventaglio di ricorrenze. Vengono presi in considerazione, di conseguenza, i luoghi testuali dove compaiono i termini specifici inerenti alla danza e si analizzano le occasioni e i personaggi coinvolti. In un percorso che progredisce dal semplice al complesso, si guadagna una visione d’insieme coerente tra i vari passi coreutici, esaminati isolatamente, e la presentazione della coreografia articolata del trasporto dell’arca (nelle due versioni di 2Sam 6 e di 1Cr 13.15‒16), comprensibile come compendio di singoli moduli coreutici. Inoltre la considerazione del carattere comunicativo non-verbale e metaforico della danza (e della musica) apre all’approfondimento ulteriore di testi non riferibili immediatamente all’ambito coreico.

     Per migliorare la comprensione delle espressioni ebraiche si propone una sezione comparativa con la letteratura ugaritica e con quella mesopotamica. Il confronto tra questi universi letterari, affini al testo biblico, aiuta ad illuminare meglio il significato di diversi termini che possono risultare altriment i oscuri e a descrivere con maggiore disinvoltura le occasioni in cui compaiono. Anche gli esempi iconografici provenienti da diversi ambiti del VOA (proposti in appendice) e i rimandi al materiale letterario anatolico concorrono a completare il quadro comparativo.

      Dopo la sintesi finale, utile a raccogliere gli elementi essenziali per l’argomentazione, si propone una conclusione. In quest’ultima sezione si vuole dimostrare il fatto che la danza non sia solo un elemento di folklore aggiuntivo ma che (in particolare nei racconti del trasporto dell’arca ad opera di Davide) comunichi delle informazione e delle emozioni che altrimenti non trasparirebbero dal mero resoconto dei fatti. La coreografia messa in atto in quell’occasione si presenta come una serie di “citazioni” di moduli coreutici conosciuti dal lettore e presenti in forma isolata lungo il testo biblico. Ognuno di loro rimanda a delle occasioni specifiche che fanno parte della storia e della vita del popolo di Israele (celebrazioni di vario genere, culto, imprese militari) e sono in grado, quindi, di veicolare emozioni e informazioni specifiche grazie alla potenzialità del linguaggio della danza che si avvale di una pluralità di canali comunicativi. Anche l’assenza di danze pagane durante il trasporto dell’arca (come ad esempio quella zoppicata proposta dai sacerdoti di Baal sul monte Carmelo in 1Re 18,20-40) è significativa.

     La lettura consapevole del quadro coreografico presente nella Bibbia Ebraica, in particolare nell’episodio sintetico del trasporto dell’arca, porta a rispondere alla domanda iniziale: la gente danza nella Bibbia Ebraica proprio in quel modo, perché vuole professare la sua fede nel vero Signore e perché vuole celebrare e rinnovare con gioia l’alleanza tra Dio e il suo popolo ricordando i prodigi da lui compiuti.