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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2017-2018

SZYMCZKAK Tomasz

La ricezione del vangelo di Matteo nella «Vetus Syra»

Mod.: R.P. Craig Morrison, O.Carm

Scopo della dissertazione è di identificare e descrivere le varianti testuali più importanti testimoniate dalla Vetus Syra [=VS] del vangelo di Matteo. Questo viene fatto attraverso il confronto tra il testo dei due principali manoscritti della VS e il testo greco del vangelo di Matteo. Lo studio si muove, quindi, prima di tutto nel campo della critica textus, cercando di capire il modo in cui sono nate le differenze tra i testi. Nello stesso tempo è anche un lavoro che si propone di studiare, almeno in alcuni casi più importanti, come queste differenze operano all’interno del testo della VS del vangelo di Matteo. In questi punti il lavoro entra nel campo dell’esegesi, effettuata però sul testo della traduzione e non sul testo biblico originale. Queste escursioni all’interno del testo della VS di Matteo permettono di scoprire le diverse sottolineature presenti nel vangelo tradotto in siriaco.

La prima parte del lavoro introduce nel mondo delle versioni antiche del Nuovo Testamento, il mondo a cui appartiene la VS. Mentre nel passato esse erano state usate soprattutto come serbatoio di varianti testuali, oggi si valorizza anche la loro importanza come testimoni della storia della ricezione. Segue poi una descrizione dei due più importanti manoscritti della VS, Sinaiticus e Curetonianus, e un accenno alla scoperta di nuovi mss. della VS. Gli ultimi sottocapitoli della prima parte sono dedicati alla descrizione di come la VS è stata usata finora negli studi biblici.

La seconda parte costituisce il cuore del lavoro. Essa contiene il materiale proveniente dal confronto dei testi della VS e del testo greco del vangelo di Matteo. Si indicano le differenze tra i testi e una possibile spiegazione della genesi di queste differenze. In alcuni casi, si mostra come una differenza possa dare al testo di tutto il vangelo in siriaco una sfumatura che non è presente nel testo greco. Questo catalogo delle differenze, di cui si presentano circa 400 esempi di importanza diversa, è ordinato secondo i livelli della comunicazione in cui tali differenze sono state individuate. Si comincia quindi dalle unità più piccole per passare a quelle più grandi. I primi capitoli concernono le differenze osservate a livello grammaticale e sintattico. I capitoli successivi hanno come tema le differenze individuate a livello semantico e pragmatico. L’ultimo capitolo di questa seconda parte raccoglie altre differenze che non sono state di facile classificazione.

La terza parte del lavoro raccoglie ciò che è emerso dal confronto tra il testo della VS e il testo greco del vangelo di Matteo. La domanda alla quale vuole rispondere questa parte è se la somma delle differenze, presentate nella seconda parte, ha fatto sì che alcuni personaggi del racconto evangelico abbiano acquistato nuovi tratti. Segue poi la sintesi di tutto ciò che riguarda alcune tematiche importanti, in cui si è osservato il numero più rilevante di differenze. In un ulteriore passo si verifica se i nuovi tratti che, nella VS di Matteo, hanno acquistato questi personaggi e se il nuovo modo di presentare i temi, sono frutto della coincidenza dei vari fattori adoperati nei diversi momenti, oppure se si riesce a vedere qualche coerenza in questi cambiamenti e quindi indicare un orientamento di fondo, presente in uno dei momenti della creazione del testo della VS. Dalla indagine risulta che, mentre nel Curetonianus è possibile intravedere le tendenze encratite in alcuni passi importanti, il Sinaiticus in tali casi si si guarda dal presentare i temi in una maniera simile.

La VS offre al suo lettore un testo che rispetta le regole e le esigenze della lingua siriaca. Per questo essa si discosta spesso dalla sua Vorlage, inserendo elementi che aiutano la lettura o togliendo ciò che potrebbe renderla difficile. Si notano molte armonizzazioni, sia con i passi paralleli di un altro vangelo, sia all’interno dello stesso vangelo, sia all’interno di un solo brano. Solo in pochi casi, tuttavia, non è possibile indicare il meccanismo che ha causato una differenza. Si può dire quindi, che la VS è una traduzione reader-oriented, che non si discosta però in maniera arbitraria dal testo che traduce.

Dalla ricerca emerge che la VS non dovrebbe essere più pensata solo come un antico serbatoio di varianti testuali, ma come una testimonianza del modo in cui una delle più antiche comunità cristiane ha recepito il vangelo. Alcune intuizioni, presenti in questa traduzione, costituiscono un interessante contributo anche all’odierna comprensione del messaggio di salvezza offerto dal vangelo di Matteo.