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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2021-2022

SEU Mattia

Il Targum Jonathan di 1 e 2 Samuele: la natura della sua traduzione e la sua teologia

Mod.: Prof. R.P. Craig MORRISON.

Dagli albori dell’era cristiana, le antiche versioni aramaico-targumiche della Bibbia ebraica testimoniano la necessità delle comunità giudaiche della Palestina e delle altre regioni del Vicino Oriente di disporre del testo biblico nella lingua comunemente in uso all’epoca. Esse costituiscono, per le opzioni interpretative che ogni traduzione inevitabilmente comporta, un importante capitolo nella storia della ricezione e dell’ermeneutica dei testi biblici.

Scopo di questa dissertazione è approfondire la storia della ricezione dei libri di Samuele studiando la versione offerta dal Targum Jonathan: come essa interpreti i personaggi, le vicende narrate, come si ponga di fronte ai problemi lasciati dalla versione ebraica. La versione targumica, infatti, non ha solo recepito un testo ebraico per tradurlo in aramaico, ma attraverso le sue varianti di lettura è in grado di far emergere elementi significativi che manifestano una precisa volontà di interpretare, secondo un più chiaro metro di giudizio, sia gli episodi che i personaggi coinvolti nelle narrazioni. Si tratta di approfondire alcuni particolari che sono poco evidenti perché non rientrano tra le varianti di lettura decisive nella struttura di 1-2 Samuele, ma piuttosto nella categoria delle informazioni che fanno da sottofondo alle narrazioni.

Dunque, leggendo in sinossi targum e testo ebraico, si potrà apprezzare il valore molto positivo che la versione aramaica è in grado di dare, pur lasciando intatti tutti i dettagli della narrazione, a personaggi femminili secondari, quali: Abigail (1 Sam 25), la donna di Tekoa (2 Sam 14) e la donna di Abel-Bet-Maaca (2 Sam 20). Poi, semplicemente a partire dalla descrizione di alcuni elementi del vestiario che accomunano Samuele e Davide, la versione targumica presenta delle varianti di lettura che hanno delle conseguenze sui ritratti di questi personaggi e più in generale sulla figura del profeta e del re. Ancora, sempre prendendo spunto da un piccolo dettaglio nel resoconto della morte di Saul (2 Sam 1,10), sembra che l’autore del targum abbia dato una sua risposta teologica al problema della superstizione. Così come un passaggio teologicamente problematico della versione ebraica dell’episodio narrato in 2 Sam 6, in cui la potenza divina castiga un atto in apparenza meritorio, viene abilmente risolto da parte del targumista con delle piccole varianti di lettura. Poi, nella serie di episodi che ruotano sui drammi della famiglia di Davide, il targum, con il solo rimodellare i titoli con cui sono presentati due personaggi secondari, Ionadab e Cusai, provoca delle argute caratterizzazioni in tutta la trama narrativa. Un capitolo più corposo è dedicato, infine, alle molte varianti di lettura che hanno come protagonista Davide.

Nella storia della ricezione dei libri di Samuele, il Targum Jonathan appare così non solo come una pregevole opera letteraria, ma anche come il tentativo di rispondere al desiderio reale dei lettori/ascoltatori di avere una traduzione «viva», capace cioè di approfondire certe problematiche, dare maggior risalto ai caratteri dei personaggi, colorire gli episodi e ricamare sulla trama narrativa senza stravolgerla. Piccoli segni di quella grande e perenne interpretazione che costruisce il testo biblico stesso. I particolari emersi da questa lettura permettono di apprezzarne meglio la bellezza e la natura dinamica, capace di indurre nelle comunità credenti continue interpretazioni e spiegazioni.