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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2004-2005

SERAFINI Filippo

L’alleanza levitica. Studio della berît di Dio con i sacerdoti leviti nell’Antico Testamento


Mod.: Prof. Pietro BOVATI, S.J.

Il lavoro si propone di portare un contributo allo studio dell’alleanza di Dio con i sacerdoti leviti nell’AT (tema che ha ricevuto un’attenzione limitata), analizzando i passi in cui essa è espressa con il termine berît (Nm 18,19;
   Nella prima parte si ha una breve presentazione della ricerca sia per quanto riguarda il sacerdozio levitico (cap. I), sia per il significato di berît nell’AT (cap. II). La seconda parte è invece dedicata allo studio dei passi, con un’esposizione che segue l’ordine canonico della Bibbia ebraica: quelli del Pentateuco sono studiati insieme nel cap. III, mentre uno spazio maggiore è accordato allo studio dei testi profetici, perché presentano la berît sacerdotale in modo più ampio: Ger 33,14-26 (cap. IV) e Ml 1,6-2,9 (cap. V). Il cap. VI studia invece Ne 10,29 e Sir 45,15.24.
   Dal punto di vista storico, sembra probabile che l’emergere di una riflessione che impiega il termine berît in rapporto a Levi e ai sacerdoti vada collocato in epoca post-esilica. Non esiste, però, un’unica corrente che parla di alleanza con Levi, perché non sono sempre presenti collegamenti terminologici e/o letterari tra i passi analizzati.
    Dal punto di vista teologico si possono riassumere i risultati della ricerca in cinque punti.
    1. I contesti in cui viene usato il termine berît per descrivere la relazione fra Dio e sacerdoti mostrano un interesse al senso globale del loro ministero.
    2. Parlando di «alleanza con Levi» si ribadisce che all’origine del sacerdozio sta la volontà divina; ciò comporta anche la permanenza nel tempo del sacerdozio e la garanzia del favore divino.
    3. La promessa è però articolata alla dedizione umana: è da escludere un’interpretazione unilaterale del concetto, perché non è in questione soltanto l’agire di Dio, ma anche l’agire dei sacerdoti. Va riconosciuta la diversa qualità delle azioni: quella divina è fondante e originaria, quella umana è fondata e riconoscente. Ciò significa anche che il fallimento umano non può essere il fallimento di Dio, il quale, se necessario, interviene rinnovando la sua azione per i sacerdoti.
    4. Parlando dell’alleanza con i sacerdoti emerge la loro mediazione a favore del popolo: la funzione dei ministri del culto è propriamente quella di conservare l’alleanza d’Israele con YHWH. Inoltre il linguaggio dell’alleanza serve a ribadire che Israele è effettivamente configurato come un popolo perché ci sono dei sacerdoti legittimi, riaffermando l’importanza della dimensione cultuale e religiosa nella vita d’Israele.
    5. L’alleanza con i sacerdoti può essere accostata a quella davidica: nella promessa per il sacerdozio, che si realizza quotidianamente nella liturgia del tempio, si può scorgere l’assoluta verità della parole divine per Israele, sia quelle rivolte a Mosè (alleanza sinaitica) sia quelle riferite a Davide (alleanza davidica). Quindi il legame di Dio con i sacerdoti è definito berît non solo perché deve mantenere la particolarità della relazione fra Dio e Israele, ma anche perché può esprimere in maniera sintetica il senso di quella relazione.