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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2014-2015

POZZOBON Mirko

La Peshitta del secondo libro di Samuele


Mod.: R.P. Craig E. Morrison, O.Carm.

Il presente studio è dedicato al confronto tra il testo ebraico di 2 Samuele e l’antica versione in siriaco chiamata Peshitta. L’indagine è divisa in tre parti, tra un’introduzione e una breve conclusione. Nell’introduzione, oltre a presentare gli strumenti di lavoro utilizzati (edizioni delle versioni antiche, commentari antichi e moderni) e a segnalare i caratteri generali della Peshitta dell’AT, viene fatto il punto della situazione sul nuovo modo di considerare l’apporto delle versioni antiche nello studio del testo biblico: esse prima che essere una miniera dalla quale ricavare materiali per ricostruire una presunta Vorlage originaria ebraica, sono piuttosto testimoni delle interpretazioni fatte in altri ambienti e in altre epoche.

Nella prima parte della tesi le varianti di carattere puntuale rispetto all’ebraico sono state classificate in varie categorie (plus, minus, piccoli cambiamenti, lettura secondo una differente vocalizzazione, correzioni grammaticali, logiche, armonizzazioni, assimilazioni, parallelismi…); inoltre, si è fatto luce su alcuni aspetti della tecnica di traduzione propri della Peshitta (inversione dei termini nelle coppie, espansione binaria…).

La seconda parte è dedicata a un’analisi più approfondita di alcuni passi difficili in ebraico e/o in siriaco. Il confronto con l’ebraico e con le altre versioni antiche mostra la complessiva indipendenza della Peshitta, il fatto che è stata prodotta da una Vorlage molto simile a quella da cui deriva il testo masoretico, e avendo come esito un testo scorrevole e chiaro (ponendosi sul versante reader oriented piuttosto che text oriented); allo stesso tempo, si è dimostrato come in più casi sia evidente il tentativo di conservare i tratti formali (i singoli termini) dell’ebraico, producendo però di fatto un significato differente.

La terza parte della tesi è dedicata ai passi in cui la Peshitta ha delle riletture: sono presenti infatti dei casi in cui un testo ebraico relativamente chiaro si trova tradotto con una formulazione differente. In particolare, si è notato come la Peshitta tende a “mettere il riflettore” sui vari personaggi, accentuandone i tratti: per Ioab, Assalonne, Sheba, Saul si tratta di una caratterizzazione negativa; per Abner, Cushai, Davide si tratta di una caratterizzazione positiva. In particolare è stata considerata la parabola delle vicende di Saul e di Davide (studiando quindi anche 1 Samuele). La figura di Saul subisce una caratterizzazione peggiorativa rispetto all’ebraico, e ciò è funzionale a creare un contrasto ancora maggiore con la figura di Davide. A sua volta, il ritratto di Davide è edulcorato rispetto all’ebraico. Di Davide vengono sottolineate la qualifica di re, il ruolo centrale nelle vicende di Israele, le doti militari e di comando, la religiosità, l’umiltà. Infine, in alcuni casi vengono negati o smussati atteggiamenti di Davide che potrebbero essere valutati in modo negativo. Tra i personaggi in gioco lungo 2 Samuele, non può poi mancare il “grande protagonista”, Dio. I passi individuati concordano tra loro nel sottolineare l’aspetto misericordioso di Dio; è evidente altresì la tendenza ad allentare il nesso tra Dio e la violenza.

Se è vero che la ricerca delle varianti ha a che fare con il frammento, e che il lavoro esegetico prevede un’attenzione al dettaglio che è propria di ogni detective, è anche vero che la rilettura della traduzione siriaca alla luce di tali varianti permette di recuperare uno sguardo d’insieme sulla “nuova” narrazione di 2 Samuele come ci è consegnata dalla Peshitta. La presente ricerca, che si situa nell’ambito della ricerca sulla storia della recezione del testo biblico, viene offerta come contributo per l’approfondimento dei tratti di una versione antica la cui conoscenza sta muovendo i primi passi solo negli ultimi anni ed è ancora in attesa di ulteriori analisi.