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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2014-2015

LANDI Antonio

La testimonianza necessaria. Paolo testimone della salvezza universale a Roma in At 28,16-31

Mod.: R.P. Dean Béchard, S.J.

La finale del libro degli Atti degli Apostoli rappresenta per gli studiosi un vero e proprio enigma. In effetti, giunto alla conclusione del racconto, il lettore resta come insoddisfatto di fronte alle reticenza lucana che si palesa soprattutto in tre ambiti: 1) il silenzio sul processo e, l’eventuale, morte di Paolo a Roma; 2) l’incongruenza tra lo scenario geografico della testimonianza universale delineato dal Risorto in At 1,8 (cf. anche Lc 24,47) e l’effettiva conclusione del racconto a Roma; 3) l’esito del rapporto tra cristianesimo e giudaismo. Le proposte elaborate dagli studiosi (carenza di fonti o di papiro; improvvisa morte dell’autore; motivazioni di ordine teologico o apologetico) si sono rivelate meramente ipotetiche e, in fin dei conti, insoddisfacenti. Tuttavia, al di là dei problemi storici, letterari e teologici, la storia dell’interpretazione ha tralasciato di approfondire il ruolo narrativo che Paolo occupa nella conclusione del racconto lucano.

Il tema della testimonianza funge da trait d’union tra la conclusione del terzo vangelo (Lc 24,48) e l’inizio del libro di Atti (At 1,8). Il racconto della testimonianza che gli apostoli e gli altri missionari, Paolo incluso, rendono al Risorto rappresenta il tema centrale del libro di Atti (capitolo I). Luca caratterizza progressivamente il ritratto di Paolo in prospettiva testimoniale (capitolo II); come all’origine della vocazione e della missione degli apostoli c’è la scelta del Cristo (Lc 6,13), così la missione paolina scaturisce dall’iniziativa del Risorto che sceglie Paolo come “strumento di elezione per portare il suo Nome davanti alle genti, ai re e ai figli d’Israele” (At 9,15).

La notevole rilevanza accordata da Luca alla testimonianza paolina a Roma emerge dalle frequenti anticipazioni (prolessi) con le quali essa è preannunciata (capitolo III): in At 19,21 è Paolo a rivelare ai suoi collaboratori l’intenzione di recarsi a Roma dopo essere stato a Gerusalemme; il Signore interviene a confermare il progetto paolino, nonostante la detenzione a Cesarea (23,11); infine, è l’angelo di Dio a ratificare ex alto la volontà divina che Paolo giunga a Roma nonostante la tempesta e il naufragio (27,24).

Dallo studio della pericope della finale di Atti (capitolo IV), emergono in particolare quattro aspetti caratteristici della trama di Atti: 1) il primato d’Israele è confermato dalla volontà di Paolo di convocare presso la sua abitazione i rappresentanti del giudaismo romano esponendo loro il vangelo; 2) in occasione del suo primo incontro con i giudei più eminenti, Paolo ribadisce la sua fedeltà e lealtà nei confronti della Legge mosaica e della tradizioni paterne, dichiarando la propria innocenza rispetto alle accuse mosse nei suoi riguardi a Gerusalemme e a Cesarea; 3) l’iniziale accoglienza e la successiva chiusura all’evangelo paolino confermano che la missione di Paolo ai figli d’Israele è segnata sostanzialmente dal rifiuto e dall’opposizione; 4) l’apertura della salvezza ai gentili genera divisione (asymphonía) all’interno dell’uditorio giudaico, ma non decreta la conclusione dell’annuncio ai giudei, come conferma l’accoglienza di Paolo riservata a tutti coloro che si recavano da lui, giudei e pagani.

La figura di Paolo nella conclusione del libro di Atti (capitolo V) assolve, a nostro avviso, tre funzioni: 1) modellato in prospettiva cristologica, il protagonista della seconda parte del racconto lucano prosegue la missione del Cristo, da cui è stato eletto per divenirne testimone; 2) nel ritratto paolino, Luca condensa il progetto identitario della cristianità cui egli stesso appartiene; 3) attraverso la descrizione dell’attività testimoniale di Paolo a Roma, il narratore intende tracciare un profilo esemplare per il suo lettore. Quello che emerge è il ritratto paradossale di un uomo che, da persecutore, è scelto dal Risorto come suo testimone. L’intento di Luca non è di trasmettere una biografia completa di Paolo; omettendo ogni riferimento al suo processo e alla sua morte, Luca si mostra fedele al suo progetto letterario e teologico, vale a dire mostrare la progressiva espansione del messaggio della salvezza da Gerusalemme sino al cuore dell’Impero, Roma. Annunciando il vangelo della salvezza ai gentili, Paolo è il testimone dell’universalizzazione della salvezza decretata da Dio (At 28,28).