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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2021-2022

KOWALCZYK Bartłomiej Andrzej

La «Vetus Syra» del Vangelo di Marco

Mod.: Prof. R.P. Craig MORRISON.

Il secolo XIX d.C. si rivelò alquanto importante per gli studi della Bibbia in siriaco, giacché in quel periodo furono scoperti, grazie ai lavori di William Cureton e Agnes Smith Lewis, due testi in cui venne alla luce il testo della Vetus Syra dei quattro vangeli, ossia il Curetonianus e il Sinaiticus. Quanto al vangelo di Marco, nel Curetonianus si è conservato solo Mc 16,17b-20. Il materiale presente nel Sinaiticus è invece di gran lunga maggiore, dato che si tratta di Mc 1,12b-44a; 2,21b-4,17a; 4,41b-5,26a; 6,5b-16,8. Le scoperte relative alla Vetus Syra ebbero un ulteriore tappa nel XXI sec. d.C., quando Brock annunciò la scoperta di un terzo testimone della Vetus Syra. Questo materiale, chiamato i New Finds, interessa i seguenti passaggi marciani: Mc 1,32-2,14; 6,3-25; 6,25-52; 10,47-11,22. Purtroppo, del vangelo di Marco, Brock ha pubblicato soltanto Mc 1,44-2,14.

Nonostante siano passati tanti anni dalle prime scoperte, rimangono aperte parecchie questioni sull’identità e sulla natura della traduzione del testo biblico presente nei manoscritti citati. Lo studio presentato vuole colmare, almeno parzialmente, la suddetta lacuna. La tesi è nata da un minuzioso confronto tra il testo greco e quello siriaco di Mc. Tale confronto ha permesso di individuare numerosi passaggi in cui i due testi differiscono. È chiaro che le differenze di questo genere possono derivare da una Vorlage greca diversa. Perciò sono state consultate, alla ricerca delle possibili varianti testuali, varie edizioni critiche del NT, inclusa l’Editio Critica Maior di Marco. Non tutte le differenze menzionate sono però dovute a una Vorlage greca diversa, ma sono, tra l’altro, frutto delle specifiche tecniche di traduzione e/o delle scelte di colui o di coloro a cui risale la Vetus Syra. Nell’analisi dei singoli casi il lavoro offerto cerca di tener insieme più prospettive ermeneutiche.

La dissertazione è articolata in sei capitoli che seguono a un’introduzione metodologica. Il primo capitolo tratta la questione delle armonizzazioni, con un’enfasi su quelle interne al siriaco. Nel secondo capitolo sono studiate alcune figure letterarie ed altri fenomeni affini. Il terzo capitolo è dedicato a un’analisi dei plus, dei minus e degli spostamenti di alcune porzioni testuali. Nel quarto capitolo è affrontato il problema della traduzione delle citazioni bibliche dell’AT. Il quinto capitolo è riservato alle letture particolari proprie della Vetus Syra e quelle condivise con pochi altri testimoni. L’ultimo capitolo descrive diversi fenomeni sui generis: la traduzione di alcuni vocaboli, inclusi gli hapax legomena; errori scribali; specifici procedimenti del testo.

Le ricerche portate avanti negli ultimi anni hanno sicuramente aiutato a riscoprire il valore delle traduzioni siriache della Bibbia, ridotte spesso nel passato a un pozzo da cui attingere un materiale per la critica textus. Tuttavia, siamo sempre più consapevoli che l’utilizzo della Vetus Syra nella critica textus non può essere indiscriminato, ma richiede una profonda comprensione del suo modus operandi. La dissertazione proposta vuole così mettere in evidenza la ricchezza propria della Vetus Syra ed essere un aiuto per il suo utilizzo nel mondo esegetico ampiamente inteso.