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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2009-2010

FAVALE Antonio

Dio d’Israele e dei popoli. Anti-idolatria e universalismo nella prospettiva di Ger 10,1-16

(Mod.: Prof. Pietro BOVATI)

    Tra i testi che nella Bibbia ebraica affrontano direttamente la questione di Dio, Ger 10,1-16 si distingue per il suo carattere “sintetico”. L’originalità dell’impianto, che affiora fin dal montaggio delle parti, mette in luce un’intelaiatura testuale perfettamente bilanciata e coesa. Il tratto più vistoso consiste nell’alternare e intrecciare la critica agli idoli/idolatri con l’esaltazione celebrativa di YHWH, declinando sotto varie angolazioni un solo, martellante Leitmotiv: l’alterità irriducibile del Dio d’Israele rispetto alle (false) divinità dei popoli. La coerenza di superficie non nasconde tuttavia una vicenda redazionale piuttosto complessa, a giudicare dalle palesi “anomalie” che mettono in questione la sua unità originaria. Se, infatti, è caratteristica specifica del testo di Geremia la netta discordanza tra le due forme attestate (TM e LXX), nella nostra pericope il fenomeno assume proporzioni tali da condizionarne la fisionomia, mancando nel testo greco ben quattro vv. (6-8.10), mentre il v. 9* è situato tra i vv. 5a e 5b. Il quadro indiziario si consolida sulla base di altri riscontri, primo fra tutti la testimonianza di 4Q71 (a conferma dell’esistenza di una Vorlage ebraica per GerLXX): la loro convergenza induce pertanto a ritenere la forma finale di Ger 10 – attestata dal TM – il punto di arrivo di una Fortschreibung, che presuppone la forma breve di GerLXX come tappa anteriore.

A fronte della sua natura composita, non sorprende che l’interesse degli studiosi si sia concentrato quasi esclusivamente sulle problematiche relative all’origine, all’autore e alla complessa storia della sua redazione, trascurando del tutto il contenuto del testo, declassato tra le parti secondarie del libro. Con l’intento di affrontare analiticamente gli argomenti sul tappeto, in un dialogo continuo con le posizioni espresse dagli autori, l’indagine è andata via via configurandosi secondo i criteri e le procedure validamente riconosciute dalla scienza esegetica.

L’impianto redazionale della tesi prevede una divisione in due grandi parti, relativamente omogenee quanto al loro obiettivo.

   A. La Prima Parte, suddivisa in quattro capitoli, risponde alle esigenze dell’approccio storico-letterario. Assunto il TM come unità di lettura, si procede alla sua traduzione (I capitolo), corredandola di un ricco apparato di note testuali, che danno conto delle scelte effettuate, relativamente a quelle espressioni – non poche per la verità – meritevoli di più attenta verifica sul piano filologico o lessicografico. La ricerca prosegue con la messa a punto dello status quæstionis (II capitolo), che riassume i risultati di due secoli di indagine storico-critica, a cui solo di recente si sono affiancati nuovi filoni di studio, tesi alla rivalutazione della forma canonica di Ger 10 e al recupero del suo sfondo storico-religioso. Il III capitolo è dedicato alla disamina delle principali questioni di critica letteraria, per le quali ci si è avvalsi del metodo storico-critico, senza tuttavia appesantire l’analisi ricorrendo a ipotesi speculative e poco utili ai fini dell’interpretazione. Da qui la scelta di privilegiare soprattutto la Gattungs- e Redaktionskritik, mentre l’apporto della sociolinguistica ha consentito di cogliere le molteplici implicanze del cambio di lingua al v. 11, scritto in aramaico, alla luce del fenomeno del code-switching. Il IV capitolo si occupa infine della struttura letteraria, facendo ricorso alle indicazioni metodologiche della retorica biblica, la cui applicazione ha permesso di evidenziare i singoli livelli di composizione, dalle unità minori al testo nel suo insieme.

B. La Seconda Parte è consacrata all’interpretazione del testo, che si dispiega a sua volta in tre ampi capitoli. Privilegiando le connessioni logiche più che la contiguità delle frasi, l’analisi presenta un carattere dinamico, poiché enuclea il materiale intorno a tre costellazioni di motivi, oggetto di altrettanti approfondimenti monografici: il confronto tra la «via» dei popoli e l’identità peculiare di Israele, sullo sfondo dei concetti di alleanza ed elezione (capitolo V); la critica agli idoli, con il ricco repertorio di spunti polemici (capitolo VI); la rivelazione del Dio vero, alla luce dei segni inconfondibili della sua sovranità (capitolo VII).

     Completa il lavoro la sintesi finale, che riassume i frutti della ricerca, offrendo degli spunti interpretativi per una lettura sapienziale dell’anti-idolatria, in funzione del riconoscimento del Signore.