logo e scritta

DISSERTAZIONE DI DOTTORATO
[2001-02]

DZIADOSZ Dariusz

«La parola di Jahvé come chiave di lettura teologica della storia. Studio sull’elaborazione redazionale e teologica degli oracoli divini presenti nell’edizione deuteronomistica della storia della monarchia in Israele e in Giuda

(Mod.: R.P. Stephen Pisano, S.J.)

Già dopo la prima lettura della storia dei re (1Sam 8–2Re 25) si arriva alla conclusione che uno dei pilastri portanti su cui si fonda le visione teologica del periodo della monarchia in Israele sono gli oracoli di Jahvé, riportati, all’interno dell’opera deuteronomistica, in varie forme e in contesti dissimili. Il loro contenuto e la collocazione nella narrativa fanno sì che quest’ultima diventi per ogni lettore quasi una testimonianza della presenza attiva di Jahvé che esercita il suo dominio sulla storia, annunciando la sua volontà tramite l’ufficio profetico o sacerdotale e portandola sempre a compimento. La dissertazione trae origine dalla situazione presentata in questa premessa. Abbiamo scelto come oggetto di ricerca gli oracoli di Jahvé indirizzati ai re di Israele e di Giuda inseriti in diversi punti della storia della monarchia, colpiti dall’importanza conferita a questo genere letterario durante tutto il processo di composizione della narrativa, che viene confermata sia dal numero notevole di questo tipo di discorso, sia dalle loro molteplici elaborazioni teologiche. Tali oracoli, più di altre forme letterarie nei libri di Samuele e dei Re, sono diventati l’obiettivo di diversi ritocchi redazionali, così che la loro versione odierna, in molti casi, non è più né omogenea né corrisponde alla forma originaria, ma racchiude vari concetti teologici espressi con un linguaggio dissimile.

Lo scopo principale del nostro lavoro era di definire il ruolo di questi oracoli nell’impostazione redazionale e teologica dell’intera storia della monarchia e delle sue componenti. Per il conseguimento di quest’obiettivo abbiamo cercato di ricostruire il processo di composizione di tutti i messaggi di Jahvé presenti in 1Sam 8–2Re 25, dedicando un’attenzione particolare alla presenza delle successive elaborazioni teologiche, al motivo e alle circostanze (il contesto storico in cui furono realizzate) del loro inserimento. Gli oracoli divini, sistemati in base al loro contenuto e alla forma, sono stati sottoposti ad un esame dettagliato che ha permesso, in molti casi, di stabilire sia il loro nucleo originario, sia il carattere e le dimensioni delle successive aggiunte editoriali. Così ci è stato possibile definire anche il genere di legami tra i messaggi di Jahvé e il loro contesto in ogni tappa della composizione.

L’analisi del genere letterario, dei concetti e degli schemi teologici, adoperati negli oracoli, ci ha condotti alla conclusione che il lavoro redazionale, effettuato all’interno di questi testi, non era né casuale né occasionale, ma faceva parte di meditate e programmate revisioni teologiche con origine e scopi diversi. Esse modificavano la forma e il contenuto dei messaggi divini a seconda dei propri principi teologici per offrire una precisa valutazione dei fatti narrati e per unire le fonti diverse in una narrazione compatta e tematicamente coerente sia a livello dei singoli episodi, sia nelle sezioni più grandi e, infine, nella prospettiva di tutta la narrazione.

Riteniamo questa tematica abbastanza originale, dato che negli studi esegetici, finora realizzati, l’argomento degli oracoli di Jahvé presenti nei libri di Samuele e dei Re è stato affrontato di rado e solo occasionalmente nel contesto della discussione circa i vari modelli della redazione dell’opera deuteronomistica oppure riguardo al fenomeno del profetismo in Israele.

Nella stesura del lavoro è stato adottato il metodo storico-critico. Dato il carattere dei testi esaminati e del contesto cui appartengono, nella tesi veniva seguito maggiormente l’approccio diacronico per ricostruire nel modo più fedele possibile il processo della redazione dei singoli oracoli di Jahvé e indicare le ragioni delle successive modifiche editoriali. Grazie a questo tipo di approccio, ci si è proposto di poter spiegare, in modo auspicabilmente convincente, la varietà e la diversità del linguaggio, degli schemi letterari e dei concetti teologici presenti nella forma odierna dei discorsi divini, ed inoltre, di riuscire a confermare l’ipotesi principale della ricerca, cioè l’importanza del ruolo che questo genere letterario ha svolto nella strutturazione teologica ed editoriale della storia della monarchia. Questa era solo la prima tappa del nostro studio. Successivamente nello sviluppo dell’analisi di ogni oracolo se ne prendeva in considerazione anche la prospettiva sincronica, vale a dire, il significato della forma definitiva e il tipo di legame che lo vincola con l’odierno contesto immediato ed ampio. Tale impostazione metodologica poteva garantire, a nostro avviso, la possibilità di presentare il quadro completo del lavoro redazionale svolto nell’opera deuteronomistica.

La dissertazione è stata strutturata in tre parti complementari. Le prime due furono dedicate all’esame dettagliato di tutti gli oracoli divini comunicati ai re di Israele e di Giuda all’epoca della monarchia. Essi, divisi in categorie, diventarono l’argomento principale dei primi quattro capitoli della tesi. I criteri di classificazione dei singoli messaggi divini, che generalmente erano quelli della forma letteraria e del contenuto, vennero precisati all’inizio di ogni capitolo prima di intraprendere l’esame del gruppo concreto di testi. Nei primi tre capitoli ci si è occupato degli oracoli comunicati in diverse occasioni per iniziativa di Jahvé, mentre nel capitolo quarto, l’attenzione fu rivolta ai messaggi divini pronunciati durante il rito di consultazione ordinato dai re. Inoltre, nei primi quattro capitoli, furono fatte delle altre suddivisioni, tra cui meritano di essere ricordate quelle riguardanti le tre categorie principali dei discorsi di Jahvé presenti nell’opera deuteronomistica: i messaggi comunicati in occasione della fondazione della monarchia e dell’elezione di alcuni re; le promesse di salvezza dal pericolo e le garanzie di intervento divino in favore del monarca e, infine, le condanne profetiche e gli annunci di sventura riferiti ai re o al popolo in seguito alle trasgressioni commesse nell’ambito della legge o del culto.

I risultati della ricerca così strutturata, oltre le brevi sintesi collocate alla fine di ognuno dei quattro capitoli, sono stati raccolti nella terza parte del nostro lavoro che costituisce un riassunto, in cui essi vengono confrontati e verificati nella prospettiva dei fondamentali problemi teologici e redazionali riguardanti la narrazione deuteronomistica.