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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2005-2006

COCCO Francesco, O.F.M.Conv.

Sulla cattedra di Mosè. La questione dell’autorità in Israele tra VI e IV sec. a.C. alla luce di Nm 11*; 16.

(Mod.: Prof. Jean Louis SKA)

 In una contingenza storica quale quella postesilio, in cui la monarchia poteva dirsi definitivamente tramontata, Israele avvertì la necessità di individuare un elemento di riferimento che andasse oltre – e non solo cronologicamente – il regno di Davide, e fosse perciò in grado di garantire il mantenimento delle promesse fatte da YHWH ai padri: ecco il perché della progressiva centralizzazione della figura di Mosè, la cui autorità è percepita dagli agiografi come la matrice di ogni altra autorità sul popolo d’Israele. Il legame con Mosè e con la sua autorità viene ritenuto un requisito indispensabile in vista dell’ottenimento dell’abilitazione al governo della comunità postesilica: poter provare che la propria parte era depositaria dell’autentica tradizione mosaica significava garantirsi l’autorevolezza necessaria all’esercizio dell’autorità e del governo; significava essere degni di occupare la cattedra che era stata di Mosè. Lo scopo della presente indagine è quello di analizzare approfonditamente due racconti del libro dei Numeri che rientrano in questa logica di legittimazione: Nm 11* e Nm 16.
     A prescindere da alcuni risultati puntuali che emergono dall’analisi delle singole questioni affrontate, l’apporto fondamentale che la tesi pretende di offrire è di natura metodologica: l’indagine ha, infatti, preso avvio dall’analisi del testo biblico, cui solo in un secondo momento si è aggiunto l’esame delle problematiche storiche concernenti lo sviluppo della questione dell’autorità, al fine di individuare una risposta alla pressante domanda relativa alla collocazione cronologica della sequenza di interventi redazionali che l’analisi esegetica aveva evidenziato. Il risultato di questo sforzo è una ricerca che aspira a qualificarsi come interdisciplinare, dal momento che vi dialogano in modo complementare scienze diverse quali la storia, l’archeologia e l’esegesi biblica: uno degli intenti perseguiti è stato quello di sdoganare quest’ultima dall’accusa che spesso – a torto o a ragione – le viene mossa, quella cioè di operare in un isolamento egocentrico fatto di argomentazioni circolari, che nascono e muoiono nell’ambito del testo senza osare il confronto con elementi esterni.
     Il lavoro consta di due parti, distinte ma tra loro complementari: la prima parte, di carattere storico, ha come obiettivo la ricostruzione della situazione socio-politico-religiosa dell’Israele postesilico, insistendo particolarmente sulla questione dell’autorità quale si è sviluppata nel corso del periodo neobabilonese (capitolo primo) e persiano (capitolo secondo). Pur avendo una sua compiutezza in se stesso, tale studio storico è inteso come funzionale alla collocazione cronologica dei diversi interventi redazionali rilevabili in Nm 11* e Nm 16 ed all’interpretazione degli stessi: ciò dà modo di avanzare alcune ipotesi sul ruolo degli anziani, protagonisti della vicenda narrata in Nm 11*, e sulla natura e ruolo del sacerdozio nella comunità giudaica, che tanta parte gioca sulla scena di rappresentata da Nm 16. La seconda parte della tesi è di natura strettamente esegetica: il capitolo terzo consiste nello studio di Nm 11*, un testo che conserva la memoria narrativa di un passaggio importante dell’evoluzione istituzionale di una delle componenti più antiche della società israelitica, ovvero l’anzianato. Il capitolo quarto affronta lo studio di Nm 16, un testo molto complesso in cui si mescolano diverse tradizioni a causa di numerosi e profondi interventi redazionali: l’obiettivo dichiarato di tale studio è di poter arrivare a riflettere sulla logica che ha presieduto a tali interventi, per gettar luce sull’ambiente – o sugli ambienti – cui tali interventi sono dovuti.
     Per quanto concerne il metodo, l’analisi del testo segue fondamentalmente i criteri diacronici del metodo storico-critico (delimitazione della pericope, critica textus, divisione in fonti, studio dei termini chiave), per quanto possibile supportata da considerazioni di carattere sincronico desunte dall’analisi narrativa (in particolare lo studio dello svolgimento delle trame e della finalità dei racconti).