logo e scritta

DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2004-2005

BROCCARDO Carlo

Fede e cristologia in Lc 4-9. Analisi narrativa dei personaggi minori

(Mod.: R.P. Jean-Noël Aletti, S.J.).

    La tesi vuole approfondire il tema della fede nel Vangelo secondo Luca, attraverso l’analisi di quattro pericopi in cui ad essere definiti come credenti sono dei “personaggi minori”, dei personaggi che cioè durano solo il tempo di un brano – e poi spariscono dal racconto di Luca; la prospettiva ermeneutica scelta è quella dell’analisi narrativa o narratologia; il campo di indagine è costituito dai capitoli 4–9 del Vangelo.
      Alla luce di queste precisazioni di metodo e di contenuto, la domanda che sta alla base della ricerca si può formulare così: perché Luca introduce dei personaggi credenti in questa sezione del suo Vangelo? L’interrogativo è duplice. Da una parte: in che senso questi personaggi minori sono credenti? Che cos’è la loro fede e com’è caratterizzata? Dall’altra parte: che rapporto c’è tra una tale fede e quanto di Gesù viene detto, domandato, capito o frainteso? Cioè: in Lc 4–9 che rapporto c’è tra la fede e la cristologia?

Questo è, sommariamente, il risultato dell’analisi di ciascun episodio:

1) Lc 5,17-26, gli uomini con il paralitico. Il primo dei quattro brani studiati non dice molto sul contenuto della fede; ne afferma però un coinvolgimento nell’azione di rimettere i peccati: Gesù ha quest’autorità divina, nel compiere la quale la fede c’entra.
   2) Lc 7,1-10, il centurione. Nel secondo episodio la fede non viene solo timidamente suggerita, ma esplicitamente posta come veicolo di una rivelazione su Gesù; il suo ruolo, in rapporto alla cristologia, viene dunque precisato in senso rivelativo – ma non si dice che la fede sia coinvolta nella guarigione, come prima era stato affermato del perdono. 
   3) Lc 7,36-50, la donna perdonata. Se l’episodio del paralitico aveva affermato un coinvolgimento della fede nel perdono concesso da Gesù, Lc 7,36-50 lo esplicita in senso causale: la fede è causa di perdono/salvezza. Purtroppo, di questa fede il nostro testo non precisa il contenuto.
   4) Lc 8,40-56, Giairo e l’emorroissa. L’ultimo testo studiato specifica ulteriormente il rapporto tra fede e cristologia in senso causale: la fede è via alla salvezza donata da Gesù. Nell’attività salvifica di Gesù – nella guarigione e nella vita ai morti, come già nel perdono – il credere dei personaggi ha una sua parte da giocare; anzi, è Gesù stesso ad invocarne la fede perché giungano alla salvezza.

Ritornando ora alle due domande di partenza, si possono evidenziare i seguenti elementi di sintesi. In primo luogo: per quel che riguarda il contenuto della fede (com’è caratterizzata) troviamo molta diversità, ognuno degli episodi studiati fa parte a sé. E comunque nessuno corrisponde alla definizione di massima che si può desumere dal libro degli Atti: non c’è traccia di un cammino di adesione alla persona o al messaggio di Gesù, né di conversione o perseveranza nella testimonianza. In secondo luogo, guardando invece al rapporto con la cristologia si può notare un percorso; Luca delinea infatti un progressivo cambiamento di priorità: di brano in brano, va gradualmente in ombra il discorso più strettamente cristologico (rivelazione dell’identità di Gesù) mentre invece acquista luminosità il tema della fede. La fede non è la tematica principale nei capitoli 4–9 di Luca, questo posto spetta alla cristologia; però Gesù stesso insinua progressivamente l’idea che, nella salvezza che porta, non è lui l’unico attore, sono chiamati in causa anche i destinatari della sua azione salvifica. Egli perdona, guarisce, risuscita, ma tutto ciò non senza la fede dei personaggi del racconto.