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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2005-2006

BELLI Filippo, A.A.

L’argomentazione di Paolo e l’uso delle Scritture d’Israele in Romani 9–10

(Mod.: Prof. Jean-Noël ALETTI)

La tesi prende in esame i due capitoli 9 e 10 della lettera ai Romani, per mostrare come e perché Paolo snoda cone attraverso le Scritture.
     Essa è composta di due grandi parti che esaminano ciascuna uno dei due capitoli e più precisamente Rm 9,6-29 e Rm 9,30-10,21, con un analogo percorso.
     Innanzitutto per ciascuno dei due capitoli, viene individuata e esposta la sua composizione precisando i due livelli stilistico e argomentativo e come essi si corrispondano (capitoli 1 e 4).
Il passo successivo consiste in una recensione di tutti i ricorsi scritturistici secondo le diverse tipologie di citazione o allusione o altri tipi di prestiti (capitoli 2 e 5).
     Su questa base di dati, gran parte della tesi si svolge nel considerare come i due elementi, quello della argomentazione che Paolo sviluppa e quello delle Scritture che in essa vengono utilizzate, si abbinano e interagiscono (i capitoli 3 e 6 della tesi).
     Per questa analisi viene utilizzata uno schema che ricalca il procedimento retorico, secondo i suoi tre momenti principali: l’inventio, la dispositio e l’elocutio, nella convinzione che l’analisi retorica dei due capitoli è quella che meglio corrisponde alla loro indole.
     Il primo momento considera l’euristica delle cose da dire, cioè gli argomenti che Paolo apporta, sia come tesi da provare (propositiones) che come prove che le dimostrano (probationes). Una attenzione particolare è data all’esame di come le Scritture sono implicate in tale euristica.
     Il secondo momento, quello della dispositio, prende in esame l’ordine che Paolo stabilisce tra gli argomenti con le loro connessioni per evidenziare in particolare la progressione della riflessione. Anche a questo livello si presta attenzione a come le Scritture concorrono a tale ordinata progressione. A questo punto, una volta stabilita l’inventio e la dispositio, abbiamo tentato anche di individuare il genere retorico prevalente dei due capitoli.
     Il terzo momento, quello maggiormente sviluppato, è l’elocutio, nel quale sono presi in esame passo dopo passo i due capitoli della lettera in modo dettagliato, per vedere come, nell’espressione fattiva degli argomenti, Paolo faccia confluire i due registri, quello argomentativo e quello scritturistico. Vengono studiate quindi le figure retoriche impiegate, ma altresì e lungamente, il particolare modo di utilizzo delle Scritture, cioè quali testi vengono scelti e perché, come Paolo li abbina alle sue riflessioni, quali modifiche vi apporta e il loro significato, e inoltre la combinazione di diversi testi e i collegamenti che stabilisce. Per ogni passaggio viene così evidenziata la funzione che le Scritture rivestono per l’argomento in corso.
     Alla fine del lavoro si traggono tre principali conclusioni. La prima si sofferma sul carattere peculiare che riveste l’argomentazione paolina in questi capitoli: per il modo con cui utilizza le Scritture, a tutti i livelli del procedimento retorico, essa può essere definita una vera “argomentazione scritturistica”, portata avanti con e attraverso le Scritture. La seconda rileva il fatto che l’attenzione a questo fenomeno argomentativo scritturistico permette una più adeguata percezione dei contenuti stessi del capitolo. Infine la terza conclusione considera l’ermeneutica paolina che emerge da questi capitoli, debitrice della tradizione giudaica, ma fondata e sviluppata a partire dall’avvenimento di Cristo accolto e vissuto nell’esperienza cristiana.